21 novembre 2025
Boom delle compravendite immobiliari: +8,1% nel secondo trimestre 2025 secondo l’Osservatorio OMI
Il mercato immobiliare italiano registra segnali molto positivi: secondo i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Entrate, nel secondo trimestre del 2025 le compravendite residenziali sono cresciute dell’8,1% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Un rialzo diffuso su tutto il territorio
L’incremento non è un fenomeno concentrato in poche aree: la crescita riguarda sia i comuni capoluogo che quelli minori.
Sul piano geografico, l’area del Nord Ovest registra un +9,2% rispetto al secondo trimestre 2024, mentre il Nord Est segna +8,5%. Nel Centro Italia e nelle Isole l’aumento è del 7,7%, mentre al Sud la crescita è più moderata, intorno al 6%.
Tra le grandi città, spiccano due casi con tassi a due cifre: Torino (+11,3%) e Palermo (+10%). Altri incrementi importanti si vedono a Milano (+6,6%), Bologna (+6,1%), Genova (+5,6%), Roma (+4,1%) e Firenze (+3,9%).
Focus su acquisti, mutui e nuove costruzioni
Nel secondo trimestre 2025, sono state compravendute 201.344 abitazioni, pari a circa 15.000 unità in più rispetto allo stesso trimestre del 2024.
La crescita riguarda tutti i tagli dimensionali, ma è più marcata per le abitazioni di metratura maggiore.
Sul fronte dei mutui: circa il 46% degli acquisti da persone fisiche è stato finanziato da mutuo ipotecario. Il tasso di interesse medio iniziale per questi mutui, nel trimestre, è stato attorno al 3,28%, leggermente superiore rispetto al trimestre precedente ma ancora in calo rispetto all’anno precedente.
Interessante notare che le vendite di case di nuova costruzione sono invece diminuite di anno in anno di circa il 7,2%, mentre gli scambi di immobili esistenti sono aumentati del 9,1%.
Anche il mercato degli affitti cresce
Non è solo il comparto delle compravendite a muoversi: anche il mercato delle locazioni registra una crescita. I nuovi contratti d’affitto residenziale aumentano dell’1,5% su base annua. Inoltre, il canone annuo complessivo pattuito sale di oltre il 5%, arrivando a circa 1,9 miliardi di euro.
In particolare, i contratti transitori (durata inferiore a 3 anni) crescono in numero (+2,6%) e vedono un aumento sostanziale del canone (+6,3%). Nei comuni ad alta tensione abitativa, questo incremento è ancora più pronunciato. Anche i contratti a canone agevolato, come quelli per studenti, mostrano tassi di crescita molto elevati.
Non residenziale e terreni: segni di vivacità
Il comparto non residenziale e quello dei terreni mostrano segnali di vivacità. Secondo l’OMI, le compravendite non residenziali crescono del 5% su base annua, con il terziario-commerciale in testa: i negozi segnano un +6,1%, i depositi commerciali +5,1% e gli uffici +4,2%. Anche il settore agricolo e dei terreni è in forte recupero, registrando un aumento del 9,5%. In generale, il mercato fondiario torna a muoversi: nel periodo considerato sono stati scambiati oltre 37.000 ettari, pari a un +3,2% rispetto al secondo trimestre 2024, con un contributo particolarmente rilevante proveniente dal Sud e dalle Isole
Prezzi: una crescita moderata ma costante
Secondo un’analisi di Abitare Co., i prezzi medi delle abitazioni, a giugno 2025 rispetto a giugno 2024, sono cresciuti dell’2,2% a livello nazionale. Milano rimane la città più cara, con quotazioni oltre i 5.000 €/m² in media, secondo Abitare Co.
Interpretazioni e possibili driver della crescita
Diversi fattori possono spiegare questa ripresa del mercato immobiliare:
Domanda sostenuta
L’incremento delle compravendite su tutto il territorio indica che la domanda reale è forte e distribuita.
Parte di questa domanda è supportata da mutui: la quota di acquisti con mutuo è salita, probabilmente grazie al fatto che i tassi di interesse, pur in rialzo rispetto al trimestre precedente, sono ancora contenuti rispetto ad alcuni picchi.
Calo dell’offerta di nuove costruzioni
La contrazione delle vendite di case nuove (-7,2%) suggerisce che la produzione edilizia fatica forse a seguire la domanda, o che gli acquirenti preferiscono immobili esistenti (magari già pronti, ben ubicati, con caratteristiche mature).
Anche le politiche fiscali o incentivi (es. bonus ristrutturazione, ecobonus, sismabonus) possono influenzare le scelte degli acquirenti, spingendo su esistenti piuttosto che su nuovi edifici.
Mercato degli affitti vivace
La crescita dei contratti di locazione, specialmente quelli transitori o agevolati, indica che non solo si compra di più, ma che c’è una domanda abitativa dinamica anche per chi non acquista subito.
Questo può essere legato a esigenze di mobilità, lavoro, studenti, o cambiamenti nelle preferenze abitative.
Interesse per gli investimenti
L’aumento delle transazioni nei segmenti non residenziali (commerciale, agricolo) potrebbe riflettere un ritorno di interesse da parte di investitori, che cercano diversificazione o vedono valore nei terreni (specialmente al Sud / Isole).
Contesto macroeconomico
Nonostante le incertezze economiche (inflazione, tassi, scenari geopolitici), il mercato immobiliare sembra beneficiare di un desiderio di “bene rifugio”: la proprietà di immobili rimane un asset tangibile, spesso percepito come stabile.
Secondo alcune analisi (es. su La Repubblica), però, potrebbe anche essere che la fase espansiva stia per rallentare, con un possibile “picco” della ripresa.
Rischi e criticità
Tassi di mutuo: se i tassi dovessero risalire significativamente, la domanda sostenuta potrebbe diminuire, specialmente per chi ha bisogno di un mutuo.
Offerta di nuova costruzione: la contrazione nella nuova edilizia potrebbe portare a tensioni sul lungo termine, se la domanda continua a crescere.
Differenze territoriali: anche se la crescita è nazionale, ci sono variazioni importanti tra Nord, Sud, capoluoghi e comuni minori. Alcune aree potrebbero diventare più speculative o meno accessibili.
Sostenibilità macro: l’immobiliare è influenzato da macro-fattori come l’inflazione, la politica monetaria, il mercato del lavoro. Una recessione o un’improvvisa stretta del credito immobiliare potrebbe invertire il trend.
Prospettive per il futuro
È probabile che il mercato immobiliari continui a essere supportato da una domanda vivace, almeno nel breve termine, ma la crescita potrebbe moderarsi se i tassi di interesse saliranno o se l’offerta di nuove abitazioni non riuscirà a salire.
Gli investitori potrebbero guardare con interesse al segmento non residenziale e ai terreni, data la ripresa registrata.
Da un punto di vista politico e regolatorio, le misure a favore dell’efficienza energetica o del riuso urbano potrebbero diventare sempre più centrali: incentivare l’edilizia sostenibile potrebbe essere una leva per sostenere anche il mercato delle nuove costruzioni.
Sul fronte locativo, la domanda di abitazioni per contratti transitori o agevolati (es. studenti) potrebbe spingere sviluppi nel mercato dell’housing temporaneo o flessibile.
Conclusione
Il dato dell’+8,1% di compravendite nel secondo trimestre del 2025, rilevato dall’OMI, è un segnale molto incoraggiante: mostra che il mercato immobiliare italiano non solo si è ripreso, ma lo fa in modo ampio e con una domanda reale molto distribuita. Ci sono tuttavia sfide, soprattutto legate all’equilibrio tra domanda e offerta, e la sostenibilità futura di questo trend dipenderà da come evolveranno i tassi di interesse, le politiche immobiliari e l’andamento macroeconomico.