17 maggio 2024
Pignoramento: cosa fare
Il pignoramento è l’atto che segna l’inizio dell’espropriazione forzata.
Il pignoramento è una procedura che scatta nel momento in cui il debitore non è più in grado di far fronte ai propri impegni nei confronti dei creditori.
Che cos’è il pignoramento?
Nel momento in cui il debitore non riesce a pagare i propri debiti, i creditori possono chiedere al Tribunale di pignorare la casa di proprietà del debitore a garanzia del proprio credito.
Come si arriva al pignoramento della casa?
Sebbene il pignoramento può essere avviato per debiti di qualunque importo, i costi elevati della pratica spingono i creditori a procedere con la richiesta solamente quando il debito ammonta ad una cifra importante.
Per arrivare al pignoramento bisogna seguire questi passaggi:
il debitore riceve delle sollecitazioni di pagamento definite “bonarie”, con le quali si chiede di versare gli arretrati;
se il debito non viene saldato, si procede con il decreto ingiuntivo;
prima del pignoramento viene notificato l’atto di precetto nel quale è indicato un termine di 10 giorni entro il quale saldare il debito;
infine, se tutti i passaggi precedenti non hanno sortito alcun effetto, si può avviare il pignoramento.
Si può pignorare la prima casa?
La prima casa è sempre pignorabile nel momento in cui i debiti contratti sono verso soggetti privati come banche, fornitori o finanziarie.
Il pignoramento scatta anche nell’ipotesi di casa cointestata. Il comproprietario avrà diritto di ricevere una percentuale sulla vendita che equivale al suo diritto di proprietà.
Quando la prima casa non può essere pignorata
Nel 2015 la Cassazione alcune casistiche che prevedono l’impossibilità di pignorare la prima casa. Si tratta di norme contenute nel Decreto Legge n. 69/2013 e riguardano il fatto che l’Agenzia delle Entrate e Riscossione non può procedere con il pignoramento nei seguenti casi:
quando l’immobile è l’unico di proprietà del debitore;
quando il debitore ha la residenza anagrafica nell’immobile;
quando l’immobile è accatastato come abitazione civile;
quando l’immobile non è considerato bene di lusso.
Nel caso in cui il debitore sia proprietario, anche solo per quote, di un secondo immobile che però non è sufficiente a coprire il debito, l’Agenzia delle Entrate può procedere con il pignoramento solo a condizione che:
il debito sia pari o superiore a 120.000 euro;
il valore delle proprietà immobiliari del debitore sia pari o superiore a 120.000 euro;
sia stata notificata al debitore la possibilità di rateizzazione.
Qualora il debito sia inferiore a 120.000 euro, ma superiore a 20.000 euro, l’Agenzia delle Entrate non può pignorare la prima casa ma può effettuare l’iscrizione di un’ipoteca.
Le conseguenze del pignoramento
Quando viene notificato il pignoramento e il debitore non esercita alcuna azione, la casa verrà messa all’asta e sarà venduta. Non sarà nemmeno possibile procedere con la contestazione.
Gli effetti del pignoramento variano a seconda della situazione, è chiaro che l’espropriazione è una procedura particolarmente complicata, soprattutto se l’immobile rappresenta la prima casa del nucleo familiare e quando il pignoramento riguarda quote di immobili possedute in comproprietà con altre persone, le quali spesso sono del tutto ignare del problema.
Si può vendere una casa pignorata?
La Legge non prevede il divieto di vendita, a patto che non ci sia un pignoramento già in corso. È possibile vendere solo se sono trascorsi almeno 5 anni dal rogito.
Se il creditore si accorge del trasferimento della casa pignorata può annullare la vendita e l’acquirente ha la facoltà di avviare una causa per ottenere il risarcimento dei soldi investiti.
Come evitare che la casa pignorata vada all’asta
Qualora si sia già arrivati al pignoramento della casa, ci sono poche possibilità di bloccare il processo esecutivo.
Vediamo quali sono:
rateizzazione del debito: il debitore può proporre al creditore un piano di rientro;
saldo e stralcio: si tratta di un accordo che prevede il pagamento immediato di una parte del debito per procedere allo stralcio della parte rimanente. Tale opzione non è praticabile se ci sono troppi creditori;
procedure di sovraindebitamento: è prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. In questo caso si presenta un piano in Tribunale che prevede il pagamento dei debiti in misura ridotta e dilazionata.
La procedura di sovraindebitamento
In molti casi il debitore che si trova in una condizione di difficoltà, decide di accedere ad una procedura di sovraindebitamento. In questo contesto ci sono due scenari:
pignoramento non ancora attivo: effettuando la domanda per aprire la procedura di sovraindebitamento, l’azione esecutiva del creditore viene bloccata e quindi il pignoramento si ferma;
pignoramento già attivo: per bloccarlo sarà necessaria l’omologa della procedura di sovraindebitamento, ovvero il provvedimento del giudice che certifica che la procedura è andata a buon fine.
Conclusione
Il pignoramento della propria casa è una situazione drammatica e complessa, per questo è opportuno affidarsi ad un professionista competente, che possa proporre soluzioni percorribili.
Tra queste c’è la procedura di sovraindebitamento, la quale può rappresentare una via d’uscita reale, a patto che sussistano le condizioni per poterne usufruire.